GRUPPOFORESTA|STUDIO DI ARCHITETTURA, ESTER ANNUNZIATA, ALFREDO FORESTA, MICHELE MARTINA, TIZIANA PANAREO, ONELIA GRECO, ROBERTA LOPALCO, FABIANO SPANO, AUT_MIGLIETTA ASSOCIATI. STUDIO D’ARCHITETTURA, RITA MIGLIETTA, VALERIA CRASTO, MARIA GRAZIA BRISCHETTO, DANIELA AMATI, ATENASTUDIO, ROSSANA ATENA, MARCO SARDELLA
PARCO DEI BAMBINI
Il progetto prova a rispondere alla domanda di spazi ludici della città di Lecce ribaltando in modo netto l’attuale offerta: immaginare l’area, un francobollo vuoto nel centro urbano, terrain vague di circa 10.000 mq, non come uno spazio anonimo nel quale depositare altalene e scivoli, ma come un unico campo da gioco, un playground, dove è la modellazione del suolo a diventare il tema ludico principale.
L’idea è infatti quella di mettere al centro del progetto il disegno dello spazio aperto urbano pensato come informale nella definizione degli arredi e delle attrezzature ludiche, spesso troppo deterministiche, ma forte nell’idea di spazio e di modellazione del suolo, al fine di garantire ai suoi fruitori libertà di movimento e molteplici chiavi interpretative, immettendo nello spazio urbano elementi di paesaggio fortemente rappresentativi anche dal punto di vista percettivo e immaginando che il parco sia un tutt’uno con il contesto.
Tutta l’area è ridisegnata mediante lievi movimenti di suolo entro un intervallo altimetrico che va da -1mt. a + 1,5mt. e che definiscono 5 ambiti spaziali differenti ma tutti tra loro collegati:
la strada, la collina, il nido, il labirinto e il bosco finalizzati a definire un unico spazio ricco di differenze.
La “strada”, è il filo conduttore del parco, una superficie continua in cemento bianco fotocatalitico, continua e libera pensata prevalentemente per il gioco dinamico e spontaneo, un nuovo suolo resistente e fluido che organizza il sistema degli accessi all’area e dei percorsi interni; ridisegnando tutto il sistema dei marciapiedi preesistenti, questo nuovo suolo omogeneo è finalizzato anche ad aprire alla città lo spazio del parco per renderlo permeabile e non esclusivo. Obiettivo strategico del progetto infatti è stato quello di pensare ad uno spazio pubblico aperto a tutte le età capace di rafforzare le relazioni interne con il quartiere e al tempo stesso essere riferimento a carattere urbano.
La “collina”, è un volume vegetale di terreno stabilizzato che si alza dalla quota zero per 1,5 mt. e con una scarpata dolce ospita tre scivoli annegati nel prato. Un volume interamente calpestabile che, oltre ad essere terreno di gioco è anche un segno con una forte valenza urbana: risponde in modo diverso infatti al tema della sicurezza degli spazi del gioco e in generale a quello della recinzione degli spazi pubblici.
Il “nido”, spazio pensato per i bambini da 0 a 6 anni, ha una forma ovale e ribassata rispetto alla quota zero, un espediente minimo per riparare dal contesto lo spazio dei più piccoli; è caratterizzato da un piano inclinato vegetale e un’ampia superficie in gomma colorata, “popolata” da sfere e cilindri di varie dimensioni, in modo da stimolare la percezione e la mobilità dei bambini.
Il “labirinto” è uno spazio modellato in cui “perdersi” nel gioco libero e inventato, un serpente da scavalcare, un luogo dove nascondersi e sognare.
Infine il “bosco”, un’area alberata di circa 1500 caratterizzata da una superficie interamente permeabile nella quale sono disposte alcune strutture gioco, semplici e polivalenti.
http://www.archilovers.com/projects/141647/parco-dei-bambini.html